Procedure di installazione Appoggi

  1. Scopo
  2. Riferimenti
  3. Stoccaggio dei bancali contenenti gli appoggi
  4. Movimentazione
  5. Controlli
  6. Installazione

Scopo

La presente istruzione, in accordo al paragrafo 7.10.7 dell’NTC2008, descrive le attività di immagazzinamento in cantiere e di installazione degli apparecchi di appoggio a disco elastomerico confinato e a calotta sferica ed elastomerici, forniti dalla DELABECH per strutture quali edifici, ponti e viadotti.
Viene di seguito riportata la procedura standard e deve essere applicata secondo la sequenza indicata. In caso di variazioni o esigenze particolari, si dovrà consultare l’Ufficio Tecnico della DELABECH.

Riferimenti

UNI EN 1337-11:1999 – Appoggi strutturali – Parte 11 – Trasporto, immagazzinamento ed installazione
UNI EN 1337-5:2005 – Appoggi strutturali – Parte 5 – Appoggi a disco elastomerico
UNI EN 1337-7:2004 – Appoggi strutturali – Parte 7 – Appoggi sferici e cilindrici di PTFE
UNI EN 1337-3:2005 – Appoggi strutturali – Parte 3 – Appoggi elastomerici
DM 14/01/2008 – Norme tecniche per le costruzioni
CIRCOLARE 2 febbraio 2009/n.617 – Istruzioni per l’applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioni
D.M. 14 gennaio 2008, (GU n. 47 del 26-2-2009 – Suppl. Ordinario n.27)”

Stoccaggio dei bancali contenenti gli appoggi

I dispositivi vengono consegnati assemblati, fatta esclusione dei barilotti di ancoraggio e/o delle viti, che vengono imballati in un contenitore a parte, su bancali di legno. Il Cliente dovrà assicurarsi che il materiale consegnato venga disposto in un’area segregata e protetta, lontano da intemperie, sporcizia, umidità, fonti di calore, etc. per evitare qualsiasi altro tipo di danneggiamento.

Movimentazione

Per la movimentazione dell’intero bancale con il contenuto, si dovranno utilizzare adeguati mezzi (ad esempio muletti) di adeguata potenza e dotati di forche da posizionare e regolare negli spazi previsti inferiormente sul pallet. Non sono consentiti spostamenti per strisciamento, spingendo trasversalmente involucro e contenuto.

La movimentazione dell’appoggio deve avvenire utilizzando i fori della piastra superiore, realizzati per il passaggio delle viti d’ancoraggio, attraverso il collocamento di golfari adeguatamente fissati e bloccati con dadi e rondelloni.

Controlli

All’atto dell’installazione si dovranno verificare le corrispondenze fra le misure a progetto e le dimensioni degli appoggi (ingombri e interassi di ancoraggio).
Devono essere eseguiti i seguenti controlli:

  1. Danneggiamenti visibili, ad esempio danneggiamenti della verniciatura
  2. Integrità delle staffe di trasporto colorate in giallo (o rosso), se esistenti;
  3. Orientamento dell’appoggio, indicato sulla piastra superiore

NB: le staffe provvisorie colorate andranno rimosse a posizionamento definitivo del dispositivo ed a bloccaggio dell’opera completato

installazione-appoggi-controlli

Installazione

Collegamento alla sottostruttura

Si consiglia di tracciare gli assi x-y sulla superficie di posa e riscontrarli con gli assi riportati sugli appoggi. Di regola, l’appoggio dovrà essere posizionato perfettamente in piano e tale posizione dovrà permanere dopo la posa della sovrastruttura, evitando quindi rotazioni, seppur provvisorie. E’ consentito un errore massimo di planarità ≤ 0.003 radianti. Al termine della posa non saranno riscontrate zone di aria, ovvero, volumi vuoti tra superficie superiore ed inferiore dell’appoggio, rispetto a sovra e sottostruttura.

La procedura di fissaggio degli appoggi alla sottostruttura in calcestruzzo è la seguente.

E’ consigliabile un getto provvisorio che sia inferiore di 2-3 cm rispetto alla quota finita di posa. In corrispondenza dei fori di ancoraggio, che dovranno essere 2-3 volte più grandi del diametro degli ancoraggi per garantire le necessarie regolazioni durante la posa, sono predisposti dei corrugati in PVC, che fuoriescono di 1-2 cm rispetto al getto.

Disposto l’appoggio in piano sopra a dei piccoli spessoramenti, si potrà procedere alla casseratura di contenimento del getto di completamento, avendo cura di predisporla appena più alta rispetto al livello dell’intradosso dell’appoggio. La malta di allettamento non dovrà comunque superare il filo inferiore della piastra dell’appoggio, per non impedire la semplice sostituzione del dispositivo qualora se ne presenti l’eventualità.
Il materiale per il getto di completamento deve essere, una malta cementizia ad alte prestazioni. La superficie di calcestruzzo deve essere saturata con acqua prima dell’installazione per prevenire la disidratazione del getto di completamento. Prima di colare la malta, possibili ristagni di acqua dovranno essere soffiati via. Per le modalità di uso della malta cementizia ed i campi di applicazione, si rimanda alle schede tecniche dei prodotti utilizzati. Per getti superiori ai 5 cm, si consiglia l’adozione di malte antiritiro abbinate ad armatura supplementare.
Considerata l’estensione delle piastre esterne degli appoggi, si raccomanda di adottare la massima cura nel colaggio delle malte, affinché non si creino sacche di aria sotto l’appoggio che ne comprometterebbero l’integrità e la funzionalità, ad esempio, colando la malta di continuo solo da un vertice favorendo l’espulsione dell’aria verso l’esterno e vibrando il getto stesso.

Collegamento alla sovrastruttura

I tre casi tipici sono:

  • strutture in cemento armato (c.a.)
  • travi in cemento armato precompresso (c.a.p)
  • strutture in acciaio
Strutture in cemento armato

Predisporre l’appoggio in piano, completo di ancoraggi. Il cassero dovrà essere perfettamente aderente al filo superiore dell’estradosso del dispositivo; si consiglia di sigillare con guarnizioni o silicone il perimetro per evitare colature e rendere il dettaglio cassero-appoggio non permeabile.
Gettare del calcestruzzo nel cassero della sovrastruttura

Travi cemento armato precompresso

Gli appoggi vengono uniti alla sovrastruttura mediante viti da collegare ad una contropiastra annegata nella trave in c.a.p. .
Si può procedere in due modi: il primo sistema è avvitare l’appoggio alla trave, dopodiché, a seguito del varo della trave, viene collocato nella posizione definita e inghisato; il secondo è che l’appoggio può essere posato sul pulvino o baggiolo; avvicinata la trave, si procede al collegamento ed al posizionamento della trave su supporti (calaggi) provvisori, quindi ancorando l’appoggio con le viti. L’operazione si completa con il getto di completamento a bloccaggio dell’appoggio.

Nota bene: il bloccaggio delle travi in cap, sin tanto che non sono realizzati trasversi e soletta, oltre che completato lo schema di vincolo dell’opera, non deve intendersi affidato agli appoggi ma ad apprestamenti a esclusivo carico dell’Impresa costruttrice degli impalcati.

Strutture in acciaio

Gli appoggi vengono uniti alla sovrastruttura mediante bulloni passanti in fori predisposti dal costruttore della carpenteria metallica o tramite filettature previste nella contropiastra saldata o resa integrale alla struttura principale, sempre di competenza del fornitore di carpenteria.
Analogamente al c.a.p, si può procedere in due modi: il primo sistema è avvitare l’appoggio alla trave, dopodiché, a seguito del varo della trave, viene collocato nella posizione definitiva e inghisato; il secondo è che l’appoggio può essere posato sul pulvino o baggiolo; avvicinata la trave, si procede al collegamento ed al posizionamento della trave su supporti (calaggi) provvisori, quindi ancorando l’appoggio con le viti. L’operazione si completa con il getto di completamento a bloccaggio dell’appoggio.

Nota bene: il bloccaggio delle travi in c.a.p., sin tanto che non sono realizzati trasversi e soletta, oltre che completato lo schema di vincolo dell’opera, non deve intendersi affidato agli appoggi ma ad apprestamenti ad esclusivo carico dell’Impresa costruttrice degli impalcati.